5, 2011
 
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Saggio

Kurt Flasch

Deutsche Dantedeutung 1942: vom Rande her gesehen.
Bemerkungen von Giuseppe Zamboni über Hugo Friedrich,
Die Rechtsmetaphysik der göttlichen Kommödie

Un autore: Dante. Un testo: la Rechtsmetaphysik der göttlichen Kommödie di Hugo Friedrich (Frankfurt/M., Klostermann 1942). Un esemplare di questo libro celebre e controverso, conservato nella resèrve della biblioteca dell’Istituto di Italianistica dell’Università di Basilea (ITA IL Dante 20.50) costituisce un’occasione preziosa per riflettere sul significato di quest’opera non solo nell’ambito della critica dantesca in lingua tedesca, ma anche della ricerca storico-intellettuale sulla cultura medievale. L’esemplare basileese registra infatti le note di lettura − sottolineature e brevi marginalia − del possessore e lettore del volume, Giuseppe Zamboni, già ordinario di Letteratura italiana a Basilea, la cui preziosa biblioteca è almeno in parte confluita nei fondi della biblioteca universitaria. Ne vengono i dubbi e le riserve su un’interpretazione della Commedia come 'correzione' della modernità, una rinuncia a qualunque cedimento verso una lettura emotivamente partecipata del testo, in nome di un severo rigore 'metafisico'. Ciò che risulta dall’analisi è, di fatto, un breve ma incisivo spaccato di concezioni del Medioevo che si confrontano e contrappongono con vigore.


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Saggio

Simone Ochsner

«Underlig Blandning i Fieldene», «Wunderliche Vermischung in den Bergen». Marginalien und die Frage der Autorität

«No. IV. Stellet vor den Berg bey Stenesund. Es gehört zum §. 7. eben dieses Kapitels, und ist am Rande bemerkt». Questa citazione, presa dall’inizio di Erik Pontoppidans Versuch einer natürlichen Geschichte Norwegens (1753) − più precisamente dal sommario delle incisioni su rame presentate all'inizio del libro − è il punto di partenza di questo articolo. Sulla base del paragrafo VII (capitolo II, parte I) della storia naturale di Pontoppidan, menzionato in questa citazione, che tratta, da una prospettiva primariamente geologica, di una formazione di rocce vicino a Stenesund, intendo indagare la relazione tra il cosiddetto 'text' o 'lauftext', come io lo designo, e le note marginali, che sono «am Rande bemerkt», come altri elementi del paratesto del paragrafo VII.


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Saggio

Francesca Antonioli

Lettere dedicatorie di Francesco Osanna ai Gonzaga

Tra il 1570 e il 1600, nella città di Mantova, primeggia l’opera della stamperia di Francesco Osanna. Analizzando le opere uscite dai tipi dell’editore, emerge che il 25 % delle edizioni riporta una lettera dedicatoria indirizzata ad un membro della famiglia Gonzaga, all’epoca dominatrice della città, e che dieci di queste dediche sono firmate dallo stesso editore. La riflessione sulla forma e sui contenuti dei testi dell’Osanna permette di trarre indicazioni importanti sulla vita e la storia culturale dell’editoria del XVI secolo. Dal punto di vista formale le lettere si inseriscono a pieno titolo nella tradizione della dedicatoria. L’analisi dei contenuti permette di conoscere aspetti meno evidenti dell’editoria, della pubblicazione di un’opera, dei personaggi che ruotano attorno all’autore e delle problematiche relative all’edizione stessa, ampliando in questo modo la visione riguardo i capolavori della letteratura italiana cinquecentesca.


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Saggio

Marianna Villa

Ai margini del Cortegiano: la dedicatoria d'autore al Da Silva

La dedica autoriale al Da Silva, aggiunta solo in fase di stampa del Cortegiano, ha finito per costituire un “doppio sistema” di dediche, perché si è sovrapposta ai proemi dei quattro libri, già composti e indirizzati ad un altro dedicatario, nel frattempo morto, Alfonso Ariosto. Un’analisi specifica dal punto di vista dei topoi ricorrenti, delle strategie di dedica e delle sue funzioni permette invece di ritrovare una intenzionale complementarietà tra i due sistemi. Dal momento che nei proemi Castiglione si era già soffermato sulle figure di dedicatario e patroni e sulle motivazioni che presiedevano alla composizione dell’opera, e quindi aveva già impiegato la tradizionale topica della lode o della convenientia, ora, a ridosso della pubblicazione, sceglie una strada diversa, ritagliandosi uno spazio diretto di intervento, con la finalità di giustificare i ritardi e le difficoltà intercorse, e soprattutto di incentivare e promuovere la lettura, conferendo così all’epistola una funzione prefatorio-esegetica, assente nei proemi dei quattro libri.


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Saggio

Ilaria Bonincontro

Il paratesto nella digitalizzazione di edizioni tradizionali

Il concetto di paratesto fu teorizzato da Genette negli anni Ottanta. Si tratta di un insieme di elementi che circondano il testo autoriale materializzato, in genere, in forma di libro. Il paratesto introduce il testo e può influenzare il modo in cui quest'ultimo viene interpretato; perciò il paratesto può essere oggetto di ricerca come fonte per per lo studio di contesti culturali. Nell'era digitale il paratesto ha acquisito nuove funzioni e serve a guidare l'utente alla fruizione del testo. Il tema affrontato è se il paratesto tradizionale, componente di edizioni analogiche e materiali, conservi il suo ruolo nella versione digitalizzata delle stesse edizioni. La digitalizzazione è sufficiente per consentire al computer di gestire il paratesto e distinguerlo dal testo principale? Paratesto e testo dovranno essere codificati per essere trasformati in dati da sottoporre ad analisi automatiche. La codifica rappresenta un nuovo tipo di paratesto o, meglio, essa è il metatesto che consente al computer la gestione di tutto il testo presente nell'edizione.


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