18, 2024
 
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Saggio

Nicola Ribatti

Una «vibrazione archiviante». Sulle recensioni d'arte di Carlo Emilio Gadda

L'interesse di Carlo Emilio Gadda per le arti visive è testimoniato non solo dal gran numero di riferimenti a opere d'arte o ad artisti presenti nelle sue opere narrative e saggistiche, ma anche dalle numerose recensioni a mostre d'arte che egli scrive tra il 1934 e il 1954. Tali recensioni, che sono oggetto di analisi del presente contributo, testimoniano non solo la grande sensibilità artistica dello scrittore, ma contengono spesso anche importanti dichiarazioni di poetica che riguardano la propria scrittura: per Gadda parlare e riflettere su un artista o su un altro scrittore significa sempre riflettere anche sulla propria opera.


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Saggio

Pietro Delpero

Il Salone dell'Orlando furioso in Palazzo Betta-Grillo a Rovereto. Un incontro tra pittura e letteratura.

Il Salone dell'Orlando furioso al piano nobile di Palazzo Betta-Grillo a Rovereto, in Trentino, prende il nome dai quattro dipinti a tempera su muro che ne ornano le pareti, i quali rappresentano altrettante scene descritte nel poema cavalleresco di Ludovico Ariosto, accompagnate ognuna da un'iscrizione che riporta i versi a cui si riferisce l'iconografia. Un esplicito rimando del brano pittorico al testo letterario, dal quale è stato ispirato. I dipinti sono attribuiti a Giovanni di Dio Galvagni, una personalità poliedrica dell'ambiente culturale roveretano tra la fine del Settecento e gli inizi dell'Ottocento. Infatti oltre che pittore Galvagni fu anche poeta e giocò un ruolo fondamentale per la sua formazione l'amicizia con Clementino Vannetti, poeta e uomo di lettere in rapporti epistolari con importanti personalità della cultura italiana di fine Settecento, quali Ippolito Pindemonte e Vincenzo Monti. Questo ambiente culturale influenzò non solo l'attività poetica di Galvagni, ma anche quella artistica, che traduce in pittura tematiche letterarie, inserendo i personaggi in un paesaggio arcadico ingentilito da architetture neoclassiche. Il presente studio prende le mosse da un inquadramento del vivace ambiente culturale roveretano di fine Settecento, influenzato dall'Accademia Roveretana degli Agiati, per poi passare a delineare i tratti personali, le preferenze stilistiche, le frequentazioni artistiche e letterarie di Giovanni di Dio Galvagni, allo scopo di analizzare il rapporto tra brano pittorico e testo letterario nel ciclo di dipinti del Salone dell'Orlando furioso di Palazzo Betta-Grillo.


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Saggio

Mirko Tavoni

Lettura e interpretazione di Purgatorio xv

Il saggio propone la lettura e l'interpretazione di Purgatorio xv. Nella prima parte fornisce una parafrasi continuata del canto, nella forma di una versione in italiano moderno, se necessario corredata dalle informazioni necessarie a motivare l'interpretazione letterale prescelta. Nella seconda parte si concentra su un tema saliente del canto, la «visione estatica» (vv. 85-86), ovvero la triplice visione di episodi di mansuetudine, che Dante pellegrino sperimenta (vv. 85-114), camminando in trance lungo la terza cornice. Sulla natura di questa visione l'autore dà informazioni rivelatrici attraverso lo scambio di battute fra il pellegrino e Virgilio (vv. 115-38), non solo sul fenomeno della visione estatica nella cultura di Dante, ma anche sul ruolo che egli assegna a questo processo cognitivo nella costruzione del poema. Si fa quindi riferimento, per cenni essenziali, a come la dimensione onirico-visionaria si declina nel Purgatorio e nelle altre cantiche, evocando anche altre due opere paradigmatiche per questa tematica, la Vita nova e il Convivio.


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