14, 2020
 
Abstracts      english version  
 
Saggio

Angela Ferrari

Note sull’uso della virgola ai margini della scrittura letteraria e saggistica tra Settecento e Ottocento

In lavori precedenti ho mostrato che la storia della norma d’uso della virgola nella scrittura italiana tra Seicento e inizio Novecento può essere spiegata come il passaggio da un impiego morfosintattico, sensibile ai confini linguistici superficiali dell’enunciato, a un impiego comunicativo − quello odierno −, che reagisce a grandezze di ordine informativo, che, più che la forma, interrogano il significato del costrutto. In questo articolo intendo valutare se l’ipotesi relativa alla norma si conferma all’interno di un campionamento di dediche distribuite tra Settecento e Ottocento (corpus elettronico AIDI). L’interesse di questo tipo di testo rispetto ai numerosi altri tipi che ho affrontato in precedenza consiste nel fatto che si tratta di una scrittura d’uso − vs letteraria −, che è pubblica − vs privata −, che nasce dalla penna di scrittori altamente competenti, letterati o saggisti, e che è molto varia: i dedicanti sono numerosi e sono legati a ideologie linguistiche diverse.


english version


Saggio

Flavio Ferri-Benedetti

"Dell’opra eccitator primiero":
Metastasio, Farinelli e Ferdinando VI nelle dediche gemelle per la Nitteti del 1756

Questo articolo contestualizza ed analizza la doppia dedica che accompagna la prima stampa del libretto della Nitteti (1756), opera seria scritta da Pietro Metastasio apposta per la corte madrilena di Ferdinando VI dove Carlo Broschi, il celebre Farinelli, era direttore degli spettacoli musicali. Queste due dediche dimostrano non solo il celebre “gemellaggio” tra questi due giganti del melodramma settecentesco, ma anche la loro comune comprensione dello schema di valori artistici e professionali, soprattutto per quanto riguarda la concezione d’opera come “prole” e della commissione-realizzazione di essa come incarnazione ultima di una relazione letteraria e musicale.


english version



Saggio

Muriel Barbero

Ai margini del discorso artistico: il sonetto della Sistina di Michelangelo Buonarroti

Il famoso sonetto caudato scritto da Michelangelo Buonarroti in occasione dell’affrescatura della Cappella Sistina è un testo profondamente ambiguo, in cui i limiti tra finzione straniante e intima confessione, tra comicità e serietà sono difficili da tracciare. Seguendo la linea interpretativa dell’ironia, suggerita dalla scelta dello stile comico-realistico, è possibile, senza togliere niente all’innegabile sostrato biografico del testo, leggere questi versi in un’ottica più ampia, che tenga conto del loro significato in rapporto al discorso artistico cinquecentesco. L’immagine avvilente e degradante del lavoro del pittore che il testo consegna, si pone infatti agli antipodi rispetto a quella, sublimata e intellettuale, che molti artisti, primo fra tutti Leonardo da Vinci, si stavano sforzando di imporre nello stesso giro d’anni. Il saggio intende dimostrare come tale sublimazione del mestiere dell’artista rappresenti, se non il bersaglio polemico specifico del sonetto, quantomeno lo sfondo culturale contro il quale leggerlo per comprenderne a pieno le implicazioni.


english version