2, 2008
 
Abstracts      english version  
 

Saggio

Maria Antonietta Terzoli

Dediche leopardiane II: lavori eruditi e falsi dell'adolescenza e della giovinezza (1815-1825)

La prima parte di questa ricerca, relativa alle dediche leopardiane dell'infanzia e dell'adolescenza (1808-1815), è uscita nel primo numero di «Margini» (2007, 1). L'indagine si applica ora agli anni dell'adolescenza e della giovinezza (1815-1825), concentrandosi sulle dediche premesse a lavori eruditi o dichiarati tali. Alla varietà tipologica e formale dei primi anni, si sostituisce una assoluta omogeneità: dediche di tipo epistolare, in prosa e in italiano, con un'unica eccezione (epigrafica e latina) di incerta datazione. Comune resta il rapporto di tipo intellettuale o affettivo tra l'autore e i suoi dedicatari. Chiude il saggio l'analisi di una dedica premessa a un singolare falso, l'Inno a Nettuno (1817), che segna la prima uscita pubblica di Leopardi poeta: dietro lo stratagemma della traduzione di un antico inno greco e con la protezione di un ricco apparato para-testuale (dedica, Avvertimento e Note), che - con il suo statuto di verità presupposta, rafforzata dalla collocazione in margine - gioca un ruolo di primissimo piano per accreditare la presunta scoperta e costruire le molteplici e diffratte immagini di un raffinatissimo e spregiudicato pasticheur.


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Saggio

Ulrich Gäbler

Eine Basler Dedikation von 1632.
Stadtpfarrer Theodor Zwinger widmet Stadtarzt Matthias Harscher eine Plato-Ausgabe

Im Februar 1632 liess sich Basels Hauptpfarrer Theodor Zwinger (1597-1654) von seinem langjährigen Freund und Stadtarzt Matthias Harscher (1596-1651) medizinisch behandeln. Zum Dank widmete er ihm die Platoausgabe des Pariser Druckers Heinrich Stephanus von 1578. Diese Gabe zeigt Zwingers besondere Wertschätzung des Platonismus für die Entwicklung seiner reformierten Theologie.


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Saggio

Monica Bianco

Lodovico Castelvetro e la «intitolatione gratiosa de' libri a spetial persona»

Delle quattro opere di Lodovico Castelvetro uscite a stampa mentre era in vita solo una, la Poetica d'Aristotile vulgarizzata e sposta, fu accompagnata da una dedica dell'autore a Massimiliano II d'Asburgo. Il saggio illustra - attraverso l'analisi dei due scritti maggiormente significativi: la Giunta al primo libro delle 'Prose' di M. Pietro Bembo, in cui si legge la prima trattazione in assoluto del genere 'epistola dedicatoria', e la Correttione d'alcune cose del 'Dialogo delle lingue' di Benedetto Varchi - l'ostilità del Castelvetro nei confronti della prassi allora diffusissima di dedicare i libri a stampa, assunta a simbolo del servilismo a cui troppo spesso gli intellettuali del tempo erano disposti a piegarsi. Quando, fuggito dall'Italia, scelse di ringraziare con una dedica Massimiliano II per l'ospitalità e la protezione offerta a lui e al fratello, il Castelvetro, che tanto andava fiero della sua indipendenza e della sua coerenza, tra le parche lodi all'imperatore trovò il modo per abbozzare, contro ogni regola del 'genere', una impacciata scusa ai veri dedicatari di tutte le sue opere: i lettori.


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Saggio

Paola Allegretti

Dante e Brunetto sui «duri margini» (Inf. xv 1): strategie di risarcimento postumo

La Rettorica di Brunetto Latini, traduzione dal latino con commento mai presa in considerazione per Inferno xv, fornisce invece i modelli retorici per la presentazione dei dannati e delle loro colpe. Si tratta di un dispositivo esordiale, con regole retoriche ben precise, che la narrazione infernale replica un'infinità di volte. Proprio nell'incontro tra Dante e Brunetto questo dispositivo esordiale, fatto di salutazione e dedica, è come incarnato nei gesti dei due personaggi. Lo dimostrerebbe la formula in rima «glorioso porto» (Inf. xv 56), che Brunetto ricorda a Dante e che è il senhal dell'ignoto dedicatario della Rettorica.


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Saggio

Harald Fricke − Deborah Wetterwald

Dédicace et paratextes: l'école de Goettingen. Rapport de recherche

En Allemagne, particulièrement à Göttingen autour de 1970, les études littéraires se sont concentrées sur des phénomènes paratextuels même avant les publications de Gérard Genette. Lancée par Wolfgang Kayser et dirigée par Christian Wagenknecht, "l'école de Göttingen" a donc été fondée. Cette école ne s'est pas seulement dédiée aux nombreuses recherches scientifiques, mais a aussi analysé l'histoire de la dédicace littéraire. Wagenknecht lui-même a défini le concept et la notion de la dédicace littéraire, en particulier en développant une typologie aussi bien qu'une nomenclature systématique. Il distingue entre cinq variantes de dédicace: la dédicace sur une plaque, par un discours, dans une lettre, par le geste et dans une annotation. Ces catégories ont inspiré l'école de Göttingen à produire un nombre considérable d'autres études sur les phénomènes paratextuels, distinguant entre l'acte dédicatoire et le texte dédicatoire.


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