18, 2024
 
Wunderkammer    
 

Tre dediche di Friedrich Gottlieb Klopstock

a cura di Nicola Ribatti



1. La dedica al Messias
Friedrich Gottlieb Klopstock (1724-1803) pubblica i primi tre canti del Messias [Il Messia], uno dei testi più significativi della Aufklärung tedesca, nel 1748 sulla rivista Neue Beyträge zum Vergnügen des Verstandes und des Witzes, a Lipsia. L'opera costituisce una novità nel panorama letterario tedesco: si tratta infatti di un poema epico in esametri che narra non le gesta di mitici eroi del passato, ma della storia di Cristo dalla passione fino alla sua assunzione in cielo. L'opera ottiene un immediato successo, in particolare suscita l'interesse del conte von Bernstorff, ambasciatore a Parigi del re danese Federico V, il quale, tornato in Danimarca nel 1750, convince il sovrano a concedere a Klopstock una Ehrenpension, vale a dire un sostegno finanziario che permettesse allo scrittore di dedicarsi esclusivamente al completamento dell'opera.1 Klopstock lavorerà al Messias per più di vent'anni: pubblicherà edizioni parziali dell'opera,2 rimaneggiando quanto aveva già scritto e aggiungendo nuovi canti, e vi porrà termine nel 1773, quando verranno pubblicati gli ultimi canti (dal XVII al XX). Per tutti questi anni, e in realtà fino alla sua morte, avvenuta nel 1803, lo scrittore continuerà a usufruire della Ehrenpension, elargita generosamente dalla monarchia danese per ben cinquantadue anni, anche dopo la morte di Federico V, avvenuta nel 1766, e dopo la caduta in disgrazia del conte von Bernstorff, che dovette lasciare la corte danese per trasferirsi ad Amburgo nel 1766 portando con sé lo stesso Klopstock.
Lo scrittore aveva espresso la sua riconoscenza al sovrano per la concessione della Ehrenpension in un'ode a lui dedicata (Ode an Ihre Majestät Friedrich den fünften König in Dänemark und Norwegen) che egli aggiunge all'edizione del Messias pubblicata a Halle nel 1751. Il testo sarà poi eliminato nelle edizioni successive del Messias e, con il titolo Friedrich der Fünfte, entrerà a far parte della raccolta di Oden pubblicata nel 1771. Nell'edizione del Messias del 1751 l'ode è preceduta da un Vorbericht zu der Ode, un breve testo in prosa che si differenzia tipograficamente dal precedente Titelblatt e dal successivo testo poetico poiché presenta caratteri di dimensione inferiore. Il Vorbericht offre importanti spunti per interpretare l'ode al Kaiser, attraverso cui Klopstock vuole certo esprimere la propria riconoscenza ma allo stesso tempo sottolineare l'autonomia del poeta e della sua produzione artistica. Nel Vorbericht3 manca anzitutto la citazione diretta del nome dell'autore: si parla in modo generico di un «Verfasser des Messias»4, che, secondo Weimar,5 potrebbe alludere anche a un semplice editore. La mancata citazione del nome dell'autore potrebbe apparire come una profferta di umiltà, in realtà Klopstock, in quanto autore di un epos cristiano, riprende qui il canone dell'impersonalità tipico del poema epico. Evitando di citare direttamente il proprio nome, l'autore paradossalmente mette in maggior rilievo il proprio ruolo di scrittore poiché si presenta implicitamente come cantore epico, come poeta vates grazie al quale si fondono tradizione classica (i poemi omerici) e tradizione cristiana (i Salmi di Davide). Nel Vorbericht, come ricorda ancora Weimar,6 non vi è poi alcun riferimento diretto al compenso economico: si parla di «Muße»,7 termine traducibile con il ciceroniano otium che lo scrittore latino contrapponeva al negotium politico. Manca poi un elogio diretto del principe: Klopstock lascia chiaramente intendere che la «Muße» è stata concessa, più che per la generosità del Kaiser, per l'importanza della materia trattata nel poema. Il Vorbericht, lungi dal dichiarare la sudditanza sociale dell'intellettuale nei confronti del suo mecenate, appare al contrario come una dichiarazione di superiorità dell'intellettuale rispetto al principe e di autonomia della poesia rispetto alla dimensione economica e politica. Queste premesse teoriche sono alla base della successiva Ode in cui l'elogio del monarca consiste nella citazione del suo nome da parte della musa cristiana. L'elogio del sovrano non è pronunciato direttamente dal poeta, ma è demandato a un'istanza superiore, la musa, che di questi si serve per celebrarne la gloria.
2. La dedica alla Hermanns Schlacht
Klopstock pubblica il dramma Hermanns Schlacht. Ein Bardiet für die Schaubühne [La battaglia di Arminio. Un bardito per il teatro] nel 1769. L'opera rappresenta la prima parte di una trilogia dedicata all'eroe germanico Arminio (Hermann in tedesco) che vede la successiva pubblicazione di Hermann und die Fürsten (1784) e di Hermanns Tod (1787). La figura dell'eroe germanico che sconfigge le truppe romane di Varo nella battaglia di Teutoburgo (9 d.C.) compariva già in alcune odi giovanili come Hermann und Thusnelda e Fragen (entrambe del 1752), ma è con l'opera teatrale che questi assume una posizione di ben più ampio rilievo. Lo scopo di Klopstock era infatti quello di creare un'opera di argomento patriottico-nazionalistico parallela a quella di argomento biblico: il Messias. In tal modo l'autore non solo dichiarava quelli che dovevano essere i temi degni di essere trattati dalla poesia, ma poteva altresì creare un parallelismo tra le vicende della storia sacra e quelle del popolo germanico.
Come suggerisce il sottotitolo dell'opera, Ein Bardiet für die Schaubühne, nella trilogia Klopstock si ispira alla tradizione dei barditi, vale a dire ai canti che, secondo quanto descritto da Tacito nella Germania, i bardi intonavano per incitare i popoli germanici alla battaglia. La stessa forma testuale del dramma vede così l'alternarsi di dialoghi in prosa e di parti liriche recitate da un coro di bardi e lo stesso autore, attraverso la sua opera, vuole assumere le vesti di un novello bardo che incita il popolo germanico all'azione. Klopstock decide di dedicare la Hermanns Schlacht all'imperatore austriaco Giuseppe II d'Asburgo-Lorena, figlio di Maria Teresa d'Austria e di Francesco I. L'obiettivo era quello di coinvolgerlo in un ambizioso progetto culturale (il cosiddetto Wiener Plan) che, nelle intenzioni dello scrittore, avrebbe dovuto istituzionalizzare e centralizzare il sostegno alle arti nei paesi di lingua tedesca superando il tipico rapporto di sudditanza tra intellettuale e mecenate. Il Wiener Plan, di cui Klopstock pubblicherà alcuni stralci anni dopo nella Deutsche Gelehrtenrepublik (1774), prevedeva infatti la creazione di un collegio di dodici saggi, presieduto dall'imperatore, che avrebbe dovuto fornire sostegno economico agli scrittori, la fondazione a Vienna di un Nationaltheater con annessa stamperia e la creazione di una Nationalbibliothek. Prima della pubblicazione della Hermanns Schlacht, Klopstock invia il 28 aprile 1768 al cancelliere von Kaunitz, che fungeva da intermediario tra la corte austriaca e lo scrittore, una lettera cui allega una bozza del Widmungsbrief e un testo intitolato Fragment aus einem Geschichtsschreiber des neunzehnten Jahrhunderts che conteneva, di fatto, le proposte del Wiener Plan. Lo scrittore qui non presenta tuttavia un vero e proprio programma politico-culturale, ma assume le vesti di uno storico del diciottesimo secolo che celebra retrospettivamente quelle iniziative culturali che l'imperatore non aveva ancora intrapreso, e che, in realtà, non avrebbe mai attuato negli anni a venire. Klopstock adotta in sostanza una strategia retorica che aveva lo scopo di convincere l'imperatore a far proprio il programma culturale del Wiener Plan mostrando in anticipo il prestigio che ciò avrebbe in futuro arrecato alla monarchia austriaca. Alla luce di questa specifica strategia va letto e interpretato il Widmungsbrief, in cui lo scrittore considera come certo il sostegno dell'imperatore al suo programma culturale: «Und ich darf That nennen, was beschlossen ist, und bald geschehen wird».8 A Klopstock giungerà comunicazione il 16 settembre del 1768 che l'imperatore ha accettato la sua dedica, nonostante non vi fosse alcun riferimento al Fragment. L'autore invia pertanto a Maria Teresa d'Austria e a Giuseppe II due copie dell'opera con una preziosa rilegatura in cuoio cordovano e con la copertina recante un fregio che raffigura delle fronde di quercia (si veda immagine 9.). Si tratta di un dettaglio molto significativo:9 nel dramma Arminio viene incoronato dal bardo Benno proprio con una fronda di quercia (pianta sacra ai germani) e salutato come liberatore della patria. Il fregio sulla copia del dramma costituiva dunque un omaggio a Giuseppe II, indicato come un erede di Hermann. Allo stesso tempo, tuttavia, il fregio sanciva un'equivalenza tra Benno e lo stesso Klopstock il quale, consegnando all'imperatore la sua opera, andava a ripetere il gesto compiuto dal bardo nel dramma. Era dunque Klopstock, in quanto poeta, a garantire la fama del monarca.
3. La dedica a Hermann und die Fürsten
Klopstock dovette presto constatare con cocente delusione che Giuseppe II non aveva alcuna intenzione di mettere in pratica programma cultuale e patriottico proposto dallo scrittore. Dopo la morte del monarca egli spera nuovamente nell'appoggio di un altro principe, il margravio Carl Friedrich von Baden, il quale offre a Klopstock il titolo di consigliere presso la corte di Karlsruhe e una pensione. In quest'occasione Klopstock dedicherà la seconda parte della trilogia, Hermann und die Fürsten (1784), al margravio. Il tono è tuttavia molto distante da quello della ambiziosa dedica alla Hermanns Schlacht, come attesta il carattere stringato del testo: lo scrittore doveva aver subito compreso che, anche in questo caso, non sussistevano i presupposti per realizzare i suoi vecchi progetti. L'esperienza a Karlsruhe terminerà dopo nemmeno un anno, con il ritorno di Klopstock ad Amburgo (1775).

4. Le riproduzioni
L'edizione del Messias. Erster Band (1751) qui riprodotta è ripresa dal Deutsches Textarchiv.10 Al frontespizio anonimo (c. n.n., ma [1r]) segue il titolo dell'ode (c. n.n., ma [2r]): «Ode / an / Ihre Majestät / Friedrich / den fünften / König in Dänemark / und Norwegen». Sul verso di questo foglio (c. n.n., ma [2v]) si trova il Vorbericht zu der Ode. A partire dal foglio successivo è presente il testo dell'ode (cc. n.n., ma [3r] - [4v]).
Una delle copie della Hermanns Schlacht inviate da Klopstock a Maria Teresa d'Austria e Giuseppe II è conservata presso la Österreichische Nationalbibliothek.11 La dedica alla Hermanns Schlacht (1769) è ripresa dalla Digitale Sammlung della Landesbibliothek Oldenburg.12 Il frontespizio (c. n.n.) non reca il nome dell'autore; segue, nel foglio successivo (c. 1r), la Anschrift «An den Kaiser». Nei fogli seguenti (cc. 2r-4v) è presente il Widmungsbrief. La riproduzione della dedica a Hermann und die Fürsten (1784) è desunta da una copia digitalizzata presente presso la biblioteca della Friedrich-Alexander-Universität di Erlangen.13 Al frontespizio anonimo (c. n.n., ma [1r]) segue il breve testo della dedica (c. n.n., ma [2r]).



  Riproduzione
  Trascrizioni


Note

1 Cfr. K. Weimar, Danken können, ohne sich erniedrigen zu müssen. Klopstocks Widmungsode zum Messias, in Sprachen der Macht. Gesten der Er- und Entmächtigung in Text und Interpretation, herausgegeben von P. Stoellger, Würzburg, Königshausen & Neumann, 2008, pp. 35-50, p. 36. torna su
2 Per un elenco delle varie edizioni dell'opera si veda F. Berndt, Der Messias, in Klopstock-Handbuch. Leben - Werk - Wirkung, herausgegeben von M. Auer, Metzler, Stuttgart, 2023, pp. 17-42, p. 19. torna su
3 Riprendo qui da Weimar, Danken können cit., pp. 38-39. torna su
4 F. G. Klopstock, Messias, in Id., Werke und Briefe. Historisch-kritische Ausgabe (Hamburger Klopstock-Ausgabe), herausgegeben von M. Auer, Berlin, De Gruyter, 2013, Band V.1, p. 3. torna su
5 Weimar, Danken können cit., p. 38. torna su
6 Ibid. torna su
7 Klopstock, Messias cit., p. 3. torna su
8 F. G. Klopstock, Hermanns Schlacht, in Id., Werke und Briefe. Historisch-kritische Ausgabe (Hamburger Klopstock-Ausgabe), herausgegeben von H. Riege, Berlin, De Gruyter, 2013, Band VI.1, p. 3. torna su
9 Cfr. C. Spoerhase, Das Format der Literatur: Praktiken materieller Textualität zwischen 1740 und 1830, Göttingen, Wallstein Verlag, 2018, p. 232-45; C. Haug, Verlagswesen und Buchkultur, in Klopstock-Handbuch. Leben - Werk - Wirkung, herausgegeben von M. Auer, Metzler, Stuttgart, 2023, pp. 273-308, p. 294. torna su
10 Raggiungibile all'indirizzo https://www.deutschestextarchiv.de/book/view/klopstock_messias01_1751?p=9. torna su
11 http://data.onb.ac.at/imgk/AZ00514619SZ00059251SZ00059252. torna su
12 Raggiungibile all'indirizzo https://digital.lb-oldenburg.de/brandes/content/titleinfo/100250. torna su
13 Il sito è raggiungibile all'indirizzo https://nbn-resolving.org/urn:nbn:de:bvb:29-bv008750136-7. torna su


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N.R.