10, 2016
 
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Saggio

Maria Antonietta Terzoli - Vincenzo Vitale

Lucia Rizzo - Patrizia Cucolo - Elisa Desirée Manetti - Cristina Taddei

Scienziati e letterati: quattro dediche ottocentesche dal seminario di 'Margini'

In occasione del decimo anniversario della rivista, il numero 2016 si apre con un articolo speciale per genesi e tipologia degli autori. L’articolo è nato in un contesto didattico collegato alla ricerca, il seminario Nuove tecnologie e ricerca letteraria: le dediche dei libri a stampa, tenuto da Maria Antonietta Terzoli e Vincenzo Vitale, che si svolge da vari anni all’Università di Basilea, con variazione progressiva del secolo a cui si applica. Nel semestre autunnale 2015 era dedicato all’Ottocento: da qui sono tratte le dediche analizzate, premesse a opere scientifiche e letterarie, in lingua italiana e in dialetto.
1. In questo breve saggio sarà presentata la dedica dell’Indagine fisica sui colori (1801) di Giovanni Battista Venturi, offerta alla poetessa Diodata Saluzzo-Roero. Si tratterà di introdurre l’opera, l’autore-dedicante, la dedicataria e i peritesti tra i quali la dedica, che è l’oggetto principale di questa indagine. Quest’ultima verrà analizzata mettendo l’accento sui topoi ricorrenti e sui richiami intertestuali.
2. L’Ercolano di Varchi fu stampato per la prima volta postumo nel 1570 a Firenze da Filippo Giunti e fratelli. Dato il grande credito di quest’opera, nello stesso anno essa fu ristampata a Venezia, dagli stessi tipografi, ma con l’assistenza di Agostino Ferentilli. Nonostante l’Ercolano sia disordinato e pieno di digressioni perché mai compiutamente elaborato da Varchi, esso rappresenta uno dei più importanti trattati di linguistica del XVI secolo. Il saggio analizza una dedica che si trova in una ristampa ottocentesca dell’Ercolano esaminando alcuni topoi fondamentali in essa riscontrati e approfondendo i riferimenti che contiene.
3. La dedica della traduzione in bolognese dell’Orlando Furioso presenta alcuni aspetti molto interessanti, primo fra tutti il fatto che le prime due ottave encomiastiche dedicate a Ippolito d’Este (I iii-iv) siano state sostituite da altrettanti passaggi riportanti le riflessioni dell’autore (Eraclito Manfredi) sull’impresa da lui compiuta e sui poeti del suo tempo. È poi il curatore (Ferdinando Guidicini) che, oltre un secolo dopo la morte di Manfredi, toglie l’opera dalla dimenticanza e, con un’epistola dedicatoria, ne designa come destinatario e protettore Carlo Pepoli.
4. Igiene dell’amore di Paolo Mantegazza, uno dei primi manuali italiani sull’amore e sulla sessualità, contiene un’interessante dedica al Dottor Luigi Billi, offerta in occasione dell’apertura del nuovo Ospedale della Maternità di Firenze.


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Saggio

Marcello Ciccuto

Il bello del Parini, ovvero le armonie del gusto nelle pitture verbali del Settecento

In questo saggio cerco di mostrare come nel testo dei Soggetti per artisti e negli Appunti per pitture decorative − al pari di altri luoghi critici della sua esperienza letteraria − Giuseppe Parini sviluppi una tecnica rappresentativa che da elementi di esibizionismo decorativo e formale classicismo si avvicina a più ordinati princìpi di esattezza, semplicità e purezza dell’espressione, che saranno a fondamento di un’idea più generale di Bellezza nella quale vengono a predominare tensioni civili; mirate queste a coordinare finalmente i vecchi, isolati frammenti di bellezza in un quadro ideale di ragione ed equità, utili ad arricchire la vita dell’individuo moderno in una chiave di universale e armoniosa comunicabilità.


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Saggio

Francesca Mattei

Le dediche del trattato di Sebastiano Serlio. Divagazione e problemi aperti

Il saggio esamina il contenuto delle dediche anteposte ai diversi volumi del trattato di architettura di Sebastiano Serlio. Il primo libro edito vede la luce a Venezia nel 1537, mentre l’ultimo capitolo dell’opera viene stampato postumo a Francoforte nel 1570. Il presente contributo ambisce a utilizzare il contenuto delle dediche serliane per aggiungere alcune informazioni alla biografia dell’architetto, che presenta ancora diverse zone d’ombra. Si pongono pertanto a confronto i dati emersi dai documenti con quelli estrapolati dalle epistole dedicatorie, con l’obiettivo di costruire un repertorio di personaggi frequentati dall’architetto e di inserire il trattato nel clima culturale dell’epoca.


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Saggio

Francesca Salatin

Dedica d'architettura, architettura della dedica. Il 'Vitruvio' di Fra Giocondo

Il presente contributo prende in considerazione la lettera con la quale l’umanista Fra Giocondo da Verona dedica al Pontefice Giulio II la prima edizione illustrata del trattato di architettura Vitruvio. L’analisi della dedica si muove lungo due binari: da un lato precisa quali siano gli aspetti che rendono il l’edizione di Giocondo un punto di svolta negli studi vitruviani, dall’altro si pone un interrogativo circa la scelta del dedicatario, alla luce della situazione politica veneziana.


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