4, 2010
 
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Saggio

Rodolfo Zucco

Dediche di Giorgio Caproni

Nell'opera in versi di Giorgio Caproni la dedica è frequentissima e distribuita a tutti i livelli testuali: da quello dell'insieme all'altro, polare, dei singoli testi poetici. È il sintomo più evidente di una "pulsione dedicatoria" che l'edizione critica permette di indagare anche nelle dinamiche interne al sistema e negli aspetti variantistici. L'usus della dedica che risulta dalla perlustrazione dell'opera in sincronia e in diacronia è caratterizzato da sovrapposizioni e interferenze, vicende − anche complesse − di soppressioni e compensazioni, tendenza a usare l'istituto per delineare intorno all'autore il cerchio familiare e amicale, preferenza spiccata per la nominazione completa (Nome Cognome), spesso circostanziata. Emerge in conclusione il carattere non appositivo ma congenito di dedica e testo poetico, un rapporto organico che trova la propria motivazione profonda nel tentativo di esorcizzare, con l'ostinata volontà di affermazione testimoniale, l'evanescenza del nome.


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Saggio

Fabien Kunz

Intorno ai "materiali di Casarsa". Dediche nelle prima opere di Pier Paolo Pasolini

L'articolo è incentrato su dediche tratte dalle prime opere di Pasolini, in particolare dalla produzione poetica e narrativa materialmente intrecciata o cronologicamente vicina alle Poesie a Casarsa (1942). Queste dediche, infatti, si prestano a essere descritte secondo uno schema generale in cui la dedica si configura come luogo strategico, adibito a una delle tre funzioni: "prefatorio-esegetica", "sociale" o "contestataria". Partendo dalla discussione di tre singolari "dedicatorie" (tra cui una lettera inedita A Stendhal), si arriva ad esempi di opere più note risalendo, per riflesso, il percorso di Pasolini dall'esperienza del félibrige a quella più matura del poeta civile − un percorso sullo sfondo del quale appare come costante il rapporto, più volte celebrato proprio in sede dedicataria, con il maestro Gianfranco Contini.


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Saggio

Anna Laura Puliafito

Giordano Bruno and the dedication of his Latin poems

L'analisi dei testi di dedica delle opere bruniane mostra fin dal principio il grande significato che Bruno attribuisce a questo genere testuale. La dedica bruniana diviene infatti parte integrante dell'opera, rispetto alla quale essa si presenta spesso nell'esplicita veste di clavis interpretativa. Attraverso la dedica, inoltre, la biografia bruniana diviene parte integrante del grande progetto di ridefinizione del linguaggio e dell'interpretazione razionale del mondo di cui l'autore si sente profeta e artefice. Il presente contributo esamina i tre poemi francofortesi, le cui dediche sono tutte rivolte al duca Enrico Giulio di Braunschweig, ma assumono forme molto diverse tra loro. Proprio la loro diversa forma e concezione permette di pervenire ad alcune considerazioni sulla prassi dedicatoria in generale e sulla pratica bruniana in particolare.


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Saggio

Chiara Schiavon

Una via d'accesso agli epistolari. Le dediche dei libri di lettere d'autore nel Cinquecento. Seconda parte

Il saggio prosegue l'indagine sui testi di dedica degli epistolari d'autore del Cinquecento iniziata con la prima parte di questo lavoro, pubblicata nel precedente numero della rivista. Se la prima parte era incentrata sui dedicatari, la seconda si focalizza invece sulle opere e quindi su come le dediche parlino della composizione delle raccolte e delle loro finalità. Una particolare attenzione è poi dedicata alle riflessioni sul genere epistolare e in particolare a quelle sulla lingua e sullo stile delle lettere e delle raccolte. Infine sono analizzati gli altri peritesti discorsivi degli epistolari, in particolare gli avvisi ai lettori, e alcune lettere contenute nelle raccolte che hanno funzioni assimilabili a quelle delle lettere di dedica.


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Saggio

Guglielmo Gorni − Paola Allegretti

Dedica (e onomastica) in alcune opere tarde di Dante

La dedica della Vita Nova a Guido Cavalcanti è un dato tanto indiscutibile quanto problematico: in rapporto alla canzone Donna me prega, per ch'eo voglio dire, e più in generale alla vicenda dei due autori massimi del Duecento fiorentino, enigmatica e irrisolta anche nell'oltretomba (Inf. x 58-63). Anche la dedica o le tre dediche, una per cantica, della Comedia sono argomento di riflessione, più che di certezze. In questo lavoro si esaminano in modo comparativo i dispositivi di dedica e di presentazione in opere dantesche finite e divulgate vivente l'autore, e quelli di opere invece rimaste incompiute. Tale confronto suggerisce qualche nuova messa a punto di alcune quaestiones vexatae.


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