Emanuel Eichberg
Una ristampa non ufficiale della seconda edizione del Vocabolario degli Accademici della Crusca (1686) *
Tra i numerosi e preziosissimi tomi conservati nella Universitätsbibliothek di Basilea si trova anche una peculiare edizione del celebre Vocabolario degli Accademici della Crusca (Fig. 1). Ne trascrivo qui il frontespizio:
VOCABOLARIO
DEGLI
ACCADEMICI
DELLA CRUSCA
IN QUEST’ULTIMA EDIZIONE
Da’ medesimi riveduto, e ampliato, con aggiunta di molte voci degli
Autori del buon secolo, e buona quantità di quelle dell’uso.
CON TRE INDICI DELLE VOCI, LOCUZIONI,
e Proverbi Latini e Greci, posti per entro l’Opera.
CONSAGRATO
All’Illustrissimo, et Eccellentissimo Signor
GIO. FRANCESCO PISANI,
Fù dell’Illustriss., et Eccellentiss. Sig.
ALMORÒ.
IN VENETIA, M.DC.LXXXVI.
Per Gio: Giacomo Hertz.
CON LICENZA DE’ SUPERIORI
Si tratta in effetti di una ristampa non ufficiale della seconda edizione del Vocabolario, come si può dedurre dal fatto che questo volume venne stampato nel 1686, più di cinquant’anni dopo la seconda edizione ufficiale (Venezia, 1623; Fig. 2), ma prima della terza edizione (Firenze, 1691; Fig. 3). La natura idiosincratica di questa edizione si presenta al lettore direttamente attraverso il frontespizio del volume: mentre il titolo professa che qui si tratta proprio del Vocabolario degli Accademici della Crusca, lo stemma caratteristico della celebre accademia fiorentina, il “frullone”, è rimpiazzato da un galeone da guerra in alto mare; il motto petrarchesco «Il più bel fior ne coglie» è sostituito con il motto latino «Portum fortiter occupa». Firenze era certo dominante in molte arti e attività, ma il primato della navigazione e della vita marittima l’ha sempre dovuto cedere alla rivale Pisa, e naturalmente alle repubbliche di Genova e di Venezia.
Questo volume è proprio un progetto realizzato a Venezia presso la stamperia di Giacomo Hertz. L’origine veneziana di questa stampa è suggerita anche dal galeone sul frontespizio e confermata dalla dedica epistolare a Giovanni Francesco Pisani, membro di un’antica famiglia della Serenissima, firmata da Francesco Tramontino e datata «Venezia li 12 Settembre 1686» (Figg. 4.1 e 4.2; cfr. sotto la trascrizione integrale). L’unico elemento fuorviante, o per lo meno non conclusivo per definire l’origine del volume, è il luogo di stampa inscritto sul frontespizio: sia la prima sia la seconda edizione del Vocabolario furono stampate a Venezia, rispettivamente presso Giovanni Alberti e presso Jacopo Sarzina. La produzione di questa edizione non ufficiale a Venezia non sarebbe dunque fuori dalla regola. In effetti solo a partire dalla terza edizione la pubblicazione del Vocabolario avviene a Firenze. Dall’ulteriore confronto tra i frontespizi della seconda edizione ufficiale (1623) e di questa veneziana del 1686 risultano varie differenze: l’edizione veneziana viene indicata come «quest’ultima edizione», laddove quella del 1623 è denominata «seconda impressione»; cade inoltre l’esteso catalogo di privilegi dell’edizione ufficiale, sostituito solo dalla dedica al Pisani. Il catalogo di licenze è infatti del tutto assente nell’edizione del 1686, nonostante vi sia la dichiarazione che anche questa stampa avrebbe ricevuto una «licenza de’ superiori».
Per la sciagura (o fortuna) di ogni spirito inquisitivo, il mistero non si limita al fatto che questa edizione sia semplicemente una ristampa, nata forse dalla necessità di ulteriori copie, o una semplice operazione imprenditoriale. Una breve ricerca in rete offre molti risultati per un Vocabolario degli Accademici della Crusca datato 1686, ma a differenza del volume della Universitätsbibliothek di Basilea questa edizione è pubblicata sì a Venezia ma dalla stamperia di Stefano Curti e riprende esattamente lo stemma dell’Accademia, incluso il motto (Fig. 5). Lo stemma con il galeone utilizzato per la nostra edizione, che ha suscitato il sospetto iniziale, risulta dunque più raro di quanto pensato inizialmente. Sembrerebbe che la presenza del galeone sia una scelta da parte della tipografia, probabilmente come una sorta di marchio di fabbrica di Giacomo Hertz. L’ipotesi è confermata da un altro progetto tipografico di Hertz, l’Herbario Nuovo di Castore Durante (1684), nel quale il frontespizio è pure largamente occupato dallo stesso stemma con il galeone (Fig. 6). Una ristampa del 1717 dell’Herbario mostra che anche la generazione seguente della stamperia, adesso in mano a Michele Hertz, ha continuato a usare il galeone come marchio di fabbrica. Per esplicitare quanta variazione sia presente nella produzione tipografica del periodo è necessario aggiungere che esiste un’altra “variante” dell’Herbario, sempre stampata da Giacomo Hertz nel 1684, dove lo stemma originario è sostituito da una versione molto più sfarzosa, con un vascello al posto del galeone che alla fine del XVII secolo era ormai un’imbarcazione obsoleta (Fig. 7).
Anche la dedica epistolare s’avvolge di mistero: dell’autore, Francesco Tramontino, si sa ben poco oltre alla sua attività di editore e/o tipografo a Venezia. Nel secondo volume de Gli Scrittori d’Italia (1760) del Conte Gianmaria Mazzuchelli, tre persone con il cognome Tramontino vengono menzionate intorno al 1680: Giuseppe, Bartolomeo e Francesco. Tutti e tre nel ruolo di stampatori.1 Alle indicazioni fornite da Mazzuchelli per Francesco Tramontino si può aggiungere anche il suo ruolo nella pubblicazione de’ Il Gioseffo, Opera Morale di Antonio Fontana (1688).2 L’ultima traccia di Francesco Tramontino si trova proprio in questa edizione del Vocabolario, sia nella genesi del volume (nella dedica Tramontino afferma che questa edizione è stata «ristampata dai miei torchi»),3 sia nella dedica epistolare, una dedica per un personaggio illustre, ma già messo in ombra dalle imprese illustri dei figli, al punto che di lui non si conoscono neanche gli estremi anagrafici.
La dedica, benché scritta agli albori del successo dei figli di Gian Francesco Pisani, dona considerevole spazio alle gesta dei primi due, Carlo e Andrea. Come registra il secondo volume Delle iscrizioni veneziane raccolte ed illustrate da Emmanuele Antonio Cicogna (1827)4 sappiamo che Gian Francesco sposò Paolina Contarini e che da questa unione nacquero sei figli: Carlo, Andrea, Ermolao Alvise, Lorenzo e Marcantonio. La dedica epistolare attesta inoltre che, oltre a essere stato Procuratore di San Marco,5 egli rivestì anche la carica di Podestà di Brescia. La dedica del Tramontino riesce a ricordare al lettore moderno con grande immediatezza due realtà e eventi storici, della Serenissima e dell’intera penisola italiana.
La prima realtà storica ben riconoscibile è la pluralità linguistica italiana, e in particolare la distanza dal toscano della lingua parlata a Venezia. Qui parlare il toscano era una cosa esterna al mondo veneziano, ma il suo apprendimento era anche una necessità imprescindibile, come ricorda Tramontino nella dedica: «con l’aiuto di questa agevole cosa è di conoscere le voci tanto essentiali, quanto proprie per ben Toscanamente favellare».6 Ancora alla fine del secolo XVIII vennero pubblicati vocabolari per facilitare la comunicazione tra le due regioni linguistiche, per esempio il Vocabolario veneziano e padovano co’ termini, e modi corrispondenti toscani di Gaspero Patriarchi (1775).
La seconda realtà storica celata fra le righe di questa dedica è la guerra di Morea (1684-1699) che vide l’ennesimo scontro di un’ennesima Lega Santa contro l’Impero Ottomano, concentrandosi questa volta sulla conquista del Peloponneso (il galeone sul frontespizio è una interessante coincidenza, se non una scelta conscia di Hertz). La guerra di Morea, a sua volta una schermaglia periferica nel conflitto tra gli Asburgo e gli Ottomani, resterà l’ultimo grande scontro sulla piazza internazionale per la Repubblica e la sua marina militare. La dedica fa riferimento a un legame non meglio specificato tra la famiglia Pisani e quella del celebre Capitano General da Mar e futuro Doge Francesco Morosini: «[…] oltre che l’unione del suo Tronco à quello del Generalissimo Sig. Francesco Morosini».7 E menziona anche le gesta del primogenito Carlo, appena arruolato nella marina sotto il comando dello stesso Morosini: «[…] trovandosi il primo sotto il peso delle Armi à miettere allori nelle Campagne Ottomane in Levante».8 Subito a seguire viene ricordato anche il servizio di Andrea Pisani, coinvolto con le forze di terra imperiali. Andrea passerà poi con grande successo alla marina veneziana superando per rango militare il fratello Carlo, ma sarà vittima di una morte precoce ed eccessivamente sfortunata: nel 1718 un fulmine farà esplodere la santabarbara della sua nave che si trovava nei pressi di Corfù uccidendolo sul colpo.9
Quello che a prima vista sembrerebbe un semplice vocabolario antico, con l’ausilio degli elementi paratestuali, frontespizio e dedica, si apre in sole tre pagine al savio lettore per lasciar intravedere un vero e proprio microcosmo storico. Tra necessità linguistiche e progetti di natura imprenditoriale, tra celebrità e oblio, tra informazione e confusione, questo rarissimo volume con il suo galeone sul frontespizio riesce a ricordare al lettore odierno, se non altro, quanto sia vasto e pieno di complesse interferenze il nostro passato.
Trascrizione della dedica
Molte Convenienze chiamano l’huomo all’Ossequio de Grandi, ma particolarmente due, l’una è la Virtù, l’altra è la Nobiltà della Prosapia. Se io faccio riflessione à questa, scorgo che V. E. è rampollo di una pianta così feconda d’Eroi che hà potuto arricchire la Patria di tanti Senatori, Capitani, e Porporati suoi gloriosi Antenati, de’ quali portandone V. E. una viva Imagine ò cerca di uguagliarli nelle Attioni più illustri, ò con generosa invidia nella rota del merito superarli, chiamandone io per testimonio di ciò l’antica Città di Brescia, nella quale con somma lode V. E. si è fatta conoscere capace di quello, e d’ogni altro maggior Reggimento, osservata in tutto quel Governo vigilante, savissima, infatigabile; oltre che l’unione del suo Tronco à quello del Generalissimo Sig. Francesco Morosini / bastevole motivo sarebbe per infiammar le lingue de più eloquenti Oratori nel racconto de’ pregi della di lei chiarissima Stirpe alla quale non minor lustro risulterà da Nobili Signori Carlo, {et} Andrea Pisani degnissimi Figli di V. E. che sul fiore dell’età presagiscono un meriggio ripieno d’honori; trovandosi il primo sotto il peso delle Armi à miettere allori nelle Campagne Ottomane in Levante, e l’altro nella Corte Cesarea per formare delle usanze straniere un ben Composto con quelle della sua Patria. Se poi osservo la Virtù di V. E. dote assai maggiore della Nobiltà medesima, questa in lei è tanto grande, che io stimo esser meglio ammirarla col silentio, che offenderla con freddi, e balbutienti caratteri. Queste due Convenienze dunque hanno lusingato il mio Spirito ad appoggiare all’autorevole nome dell’E. V. il VOCABOLARIO della Crusca ristampato da miei torchi per beneficio della Republica de’ Letterati, mentre con l’aiuto di questa agevole cosa è di conoscere le voci tanto essentiali, quanto proprie per ben Toscanamente favellare. Io glielo consagro dunque con ogni più distinto rispetto, stimandolo à bastanza difeso dal dente de gli Aristarchi, quando in esso fosse qualche scorretione, mediante la generosa assistenza del suo Gentilizio Leone. Supplico V. E. di voler piegar la grandezza della mente à questo piccol tributo per discernere almeno autenticata nel medesimo la riverenza, con la quale pretendo mostrare al mondo, che sono, viverò, e morirò
Di E. E.
Venetia li 12. Settembre 1686.
Umiliss. Divotiss. {et} Obligatiss. Servitore
Francesco Tramontino.
E. E.
Note
* Il presente intervento è nato all’interno del seminario Nuove tecnologie e ricerca letteraria: le dediche dei libri a stampa nel Seicento e nel Settecento, tenuto all’Università di Basilea nel semestre autunnale 2019 dalle professoresse Maria Antonietta Terzoli e Anna-Maria De Cesare, che ringrazio per i loro consigli e il loro generoso aiuto nella redazione.
1 G. Mazzuchelli, Gli Scrittori d’Italia, Brescia, Giambattista Bossini, 1753, vol. ii, p. 438.
2 A. Fontana, Il Gioseffo, Opera morale, Venezia, Francesco Tramontino, 1688.
3 F. Tramontino, Dedica a Gian Francesco Pisani, in Vocabolario degli Accademici della Crusca, Venezia, Giacomo Hertz, 1686, pp. 2r-v, la cit. è a p. 2v.
4 A. Cicogna, Delle iscrizioni veneziane raccolte ed illustrate da Emmanuele Antonio Cicogna cittadino veneto, Venezia, Giuseppe Picotti, 1827, vol. ii, p. 93.
5 Cfr. A. G. Bonicelli, Bibliotheca Pisanorum Veneta, Venezia, Antonio Curti, 1807, vol. ii, p. 131.
6 Tramontino, Dedica a Gian Francesco Pisani cit., p. 2v.
7 Ivi, p. 2r.
8 Ivi, p. 2v.
9 Cfr. Cicogna, Delle iscrizioni veneziane cit., vol. ii, p. 93.