11, 2017 | ||
Wunderkammer |
Vincenzo da Filicaia
Canzoni in occasione dell'assedio e liberazione di Vienna. Dediche
a cura di Damiano D'Ascenzi
Umiliss. e Fedeliss. Servo, e
Suddito Vincenzo da Filicaia
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Nota
Quelle riprodotte sono le quattro dediche accorpate al polittico celebrante la disfatta della poliorcetica ottomana in Austria firmato da Vincenzo da Filicaia (Canzoni in occasione dell'Assedio, e liberazione di Vienna, Firenze, Per Piero Matini, mdclxxxiv, pp. 21-22, 33-34, 51-53), senatore fiorentino, accademico della Crusca e arcade, che fu in vita “amico di penna” di Cristina di Svezia (cfr. Geddes da Filicaia 2005, pp. 331-42), e che avrebbe trovato in Alfieri un ammiratore postumo (Vita, Epoca quarta, ix: «composi d'un fiato le quattro prime odi dell'America libera. A queste m'indusse la lettura di alcune bellissime e nobili odi del Filicaja, che altamente mi piacquero»), mentre in Foscolo un più circospetto recensore (Foscolo 1896, p. 353: «conserviamo pure [...] i due volumi delle poesie del Filicaja; ma conserviamoli nulla più che come indizi [...] di un gusto migliorantesi certo, ma non ancora perfezionato, non ancora liberatosi affatto dalla inclinazione alle amplificazioni rettoriche, alle antitesi ricercate e frequenti, alle metafore petulanti, ai concetti iperbolici»). Tutte le dedicatorie si presentano «in un unico paragrafo [...] senza data» (Terzoli 2009, p. 166) e con «intestazione [...] in forma epigrafica» (ivi, p. 159), sebbene solo l'epistola distribuita lungo le prime quattro pagine fuori numerazione sia «scritta nella stessa lingua dell'opera» (ivi, p. 166). Nella lettera italiana l'autore non si perita di ripercorrere alcuni passaggi caratterizzanti la vigilia dell'ufficiale uscita in stampa, ovvero la pregressa diffusione dei suoi versi in regime di editoria pirata («con [...] negligenza sono stati [...] deformati, e guasti [...] in più luoghi d'Italia») e la preventiva lettura a palazzo degli stessi («V. A. [...] non pur le ha accolte con gradimento, ma eziandio ascoltatele con tenerezza»); l'omaggio dell'opera (o meglio la sua restituzione, stando all'epanortosi «questo non dirò dono, ma debito») si dipana, con esuberanza di elativi e deferente prossemica, tra plateale adulazione del destinatario e sminuimento tutt'altro che velato del mittente. Quanto alle epistole indirizzate ai reali mitteleuropei a capo delle armate cristiane, l'ordine di progressione non combacia con quello di redazione: la priorità cronologica è detenuta da quella a Giovanni III, slittata in penultima posizione ma vergata, come si apprende dal carteggio con Francesco Redi, nell'ottobre 1683 (Da Filicaia 1864, pp. 331-32: «Eccomi a V. S. illustrissima colla canzone per le lodi del Re di Polonia. [...]. Le mando anche la lettera latina diretta ad esso re. V. S. illustrissima la corregga e la riduca a dovere. L'ho fatta latina, parendomi che convenga scrivere a questo re in quella lingua in cui egli scrive agli altri»), un mese prima che si intraprendesse la stesura di quella diretta a Leopoldo I (cfr. ivi, p. 334). Il Filicaia, sempre rivolgendosi al Redi, in relazione al diglottico apparato prosastico da allegare alla collana lirica sembra operare un distinguo per niente ozioso: «le tre lettere latine scritte all'Imperatore, al re di Polonia e al Duca di Lorena [...] la qui acclusa dedicatoria al serenissimo Granduca nostro signore, a cui penso di dedicar queste poesie» (ivi, p. 359). Solo la missiva a ridosso del frontespizio, pertanto, è promossa ad atto di intitolazione dell'intero libro: invero in essa soltanto si fa espresso assegnamento sulla «protezione» mecenatesca − parola-chiave, lo sappiamo, del codice dedicatorio – di cui latita un qualsivoglia corrispettivo lessicale nelle altre tre. E tornando proprio al testo in volgare, dopo che l'encomio di Cosimo III arriva perfino a scomodare antiquate concezioni cesaropapiste («per la sovranità del dominio, che Dio Le ha dato sopra di me»), ricche di interesse si rivelano, quanto meno per lo scenario intertestuale che sembrano schiudere, le righe di congedo. La completiva «che con lieta fronte si degni d'accoglier questa rozza [...] Musa» lascia trasparire, a veder bene, Gerusalemme liberata I 29 («queste mie carte in lieta fronte accogli»), oltre a trovarsi circondata da due aggettivi qualificativi, «magnanima approvazione» e «caduchi applausi», schierati anch'essi a pochi passi da quello stesso endecasillabo (Ger. lib. I 9-10, 25: «O Musa, tu che di caduchi allori / non circondi la fronte in Elicona, / [...]. / Tu, magnanimo Alfonso, il qual ritogli»). Peraltro, un ulteriore prelievo dal medesimo locus proemiale (Ger. lib. i 4: «molto soffrì nel glorioso acquisto») balugina nella stanza finale della prima canzone (Sopra l'assedio di Vienna, x, vv. 2-7: «...Udite, udite, / forti campion, che l'arme / per Dio cingete, al Tribunal di Cristo / già decisa a pro vostro è la gran lite: / al glorioso acquisto / su su pronti movete»). Le ottave prolusive della Liberata potevano certo esser state assunte dal Filicaia in qualità di pregiata falsariga su cui edificare il proprio panegiristico discorso di offerta, fornendo a questo prefabbricate formule di pronto utilizzo, ma non deve sfuggire l'analogia probabilmente all'origine di una tale interferenza mnemonica: il capolavoro tassiano, in fin dei conti, si ergeva all'epoca come il più noto e recente precedente di rappresentazione poetica dello scontro di civiltà tra un Islam sub specie Diaboli e Occidente cristiano, vale a dire l'argomento che il Nostro, ispirato dalla cronaca coeva, con le Canzoni viennesi si era prefisso di rinverdire e integrare. Una duplice finalità, dunque, sarebbe sottesa alla dedica al leader mediceo: rinsaldare i rapporti clientelari con i vertici granducali, ma anche influenzare la fruizione dei lettori più colti suggerendo loro un nobilitante apparentamento con un caposaldo indiscusso della tradizione letteraria.
D. D.
Bibliografia
Alfieri 2007
V. Alfieri, Vita, a cura di M. Cerruti, Milano, Rizzoli, 2007.
Da Filicaia 1864
V. da Filicaia, Poesie e lettere, Prefazione di U.A. Amico, Firenze, G. Barbèra Editore, 1864.
Foscolo 1896
U. Foscolo, Filicaja, in Id., Prose scelte critiche e letterarie, Prefazione di R. Fornaciari, Firenze, G. Barbèra Editore, 1896, pp. 346-61.
Geddes Da Filicaia 2005
C. Geddes da Filicaia, “Regum maxima, grandiorque regno”. Vincenzo da Filicaia cantore di Cristina di Svezia, in Cristina di Svezia e la cultura delle accademie. Atti del Convegno internazionale (Macerata-Fermo, 22-23 maggio 2003), a cura di D. Poli, Roma, il Calamo, 2005, pp. 331-42.
Terzoli 2009
M. A. Terzoli, Esercizio di commento sopra un testo di dedica: Giacomo Leopardi al conte Leonardo Trissino in «Per leggere», 17, 2009, pp. 157-70.