4, 2010
 
Wunderkammer    
 


Il quarto libro di lettere dedicatorie di diversi (Bergamo 1602)

a cura di Anna Laura Puliafito



Il Quarto libro di lettere dedicatorie di diversi viene stampato da Comino Ventura nel 1602. Esso si compone di 41 carte, contenenti 21 dediche. Come nel caso dei libri precedenti, il volume è introdotto da una lettera dedicatoria dello stampatore, datata in questo caso 3 luglio 1602, e da una introduzione Al saggio, e discreto lettore. Destinatario della raccolta è il medico e fisico bergamasco Giovan Paolo Barilli, «per la simboleità che il Quaternario ha con la pace e la vita»: il quarto libro vuole infatti essere un omaggio alla famiglia Barilli, e, più in generale, alla professione di Esculapio, di cui viene messa in rilievo l'attenzione non solo per la cura dei corpi, ma anche per il risanamento dell'anima. Questo nuovo «Museo di dedicatorie» viene inteso come «ricetto de' più pellegrini Ingegni», poiché anche questa volta Ventura espressamente rinuncia a qualunque selezione del materiale a sua disposizione: sarà il lettore accorto a distinguere e valutare i diversi testi offrendo «quegli aiutti di sincere lodi, che sogliono promuover l'opre virtuose e pubbliche». I volumi da cui le dediche provengono sono per la maggior parte di argomento storico; seguono quelli di argomento etico e di elevazione, di filosofia, filosofia naturale e cosmologia, e, infine, di poesia. La serie è aperta dalle dediche di due Discorsi di Torquato Tasso, rispettivamente Della virtù heroica, et della charità (In Venetia, Appresso Bernardo Giunta, e fratelli, 1582) al Cardinal Cesareo, fratello dell'Imperatore Rodolfo II (cc. 1r-2v), e Della virtù femminile e donnesca (In Venetia, Appresso Bernardo Giunta, e fratelli, 1582) alla Duchessa di Mantova, Eleonora d'Austria (cc. 3r-4r), già dedicaria del dialogo Ghirlinzone, ovvero dell'epitafio presente nel secondo libro (cfr. «Margini», 2, 2008). Nei volumi originari i paragrafi iniziali che costituiscono il vero e proprio atto di dedica sono inclusi senza soluzione di continuità nel testo: in entrambi i casi Ventura non esista ad estrapolarli e a presentarli autonomamente, tralasciando i passi centrali dei due Discorsi, ma anche le chiuse, dove la funzione dedicatoria viene ripresa e rafforzata. Ancora legato alla lode delle virtù femminili è il commento di un sonetto scritto per Maria d'Aragona dal neoplatonico napoletano Giambattista d'Azzia, Marchese della Terza (Lettura di Girolamo Ruscelli, sopra vn sonetto dell'illustriss. signor marchese della Terza alla diuina signora marchesa del Vasto. Oue con nuoue et chiare ragioni si pruoua la somma perfettione delle donne; et si discorrono molte cose intorno alla scala platonica dell'ascendimento per le cose create alla contemplatione di Dio. Et molte intorno alla uera bellezza, alla gratia, et alla lingua volgare. Oue ancora cade occasione di nominare alcune gentildonne delle più rare d'ogni terra principal dell'Italia, In Venetia, per Giouan Griffio, 1552) che Girolamo Ruscelli indirizza a Giovan Battista Gavardo (cc. 4v-7v), gentiluomo bresciano amico del conte Fortunato Martinengo. Da notare, nel paragrafo conclusivo, la lista che Ruscelli offre di alcuni altri dedicatari delle sue opere (c. 7v). Al cardinal Ascanio Colonna è offerta la seconda parte dei Pietosi affetti (De' pietosi affetti di don Angelo Grillo monaco Cassinese. Parte seconda. Con gli argomenti di don Pietro Petrazzi, In Venetia, presso Gio. Battista Ciotti, 1603) con una lettera datata 2 marzo 1600 (cc. 8r-v). L'edizione Vicenza 1596 della stessa opera compariva già nel secondo libro con una dedica a Vittoria Gonzaga (cfr. «Margini», 2, 2008). L'edizione definitiva della raccolta uscirà solo nel 1629 (In Venetia, per Euangelista Deuchino). Con una lettera del primo gennaio 1567 sottoscritta dall'«Occulto Principe» e dal «Costante Segretario» (rispettivamente Luigi Gradenigo e Battista Guarini, cc. 9r-10v) vengono offerte a Margherita di Valois, duchessa di Savoia le Rime degli Accademici Eterei (s.n.t., ma Venezia 1566/67). Gli argomenti di filosofia e filosofia naturale riguardano invece in primo luogo il trattato sulla resurrezione di Atenagora Ateniese, tradotto da Girolamo Falletti, ambasciatore di Ercole II, duca di Ferrara, cui il volume è dedicato (Athenagora, Atheniese, philosopho christiano, Della risurrettione de' morti, tradotto in lingua Italiana da Girolamo Faleti: con una oratione della natiuita di Christo, composta dal medesimo Faleti, In Venetia, [Paolo Manuzio], 1556; la dedica è alle cc. 11r-12v). Segue il Discorso di Rinaldo Odoni in cui si discute «per via peripatetica» se secondo Aristotele l'anima sia da considerarsi immortale o meno (In Venetia 1557; il Discorso verrà tradotto in latino da Jacques Charpentier e pubblicato a Parigi l'anno successivo). Odoni offre l'opera a Flavio Orsini (eletto poi cardinale nel 1565), nella cui cerchia di amici egli afferma di essere stato accolto durante gli anni «passati a studio»: a Perugia (cc. 13r-14v). Di Paolo Manuzio, stampatore di entrambe le opere precedenti, è il breve trattato De gli elementi, e di molti loro notabili effetti, stampato ancora dalla sua officina a Venezia nel 1557 e offerto a Paolo Giustiniani, abate dell'Abbazia benedettina di Sant'Andrea di Busco (cc. 15r-16r). Degli stessi anni sono i due trattati che Alessandro Piccolomini offre a Giacomo Cocco, arcivescovo di Corfù (Della grandezza della terra et dell'acqua, trattato di Alessandro M. Piccolomini, Nuouamente mandato in luce, In Venetia, appresso Giordano Ziletti all'insegna della Stella, 1558) e al duca Cosimo I (La prima parte de le theoriche ò vero speculationi dei pianeti, di m. Alessandro Piccolomini, In Vinegia, appresso Giouanni Varisco & compagni, 1558). Come si accennava, gran parte dei testi raccolti è però di argomento storico. Prima della serie è la dedica di Cesare Campana, storico, poeta e oratore di origine abruzzese, a Ranuccio Farnese, duca di Parma, Piacenza e Castro (cc. 23v-24r) della prima parte della sua storia della guerra di Fiandra, dal 1566 al 1584, anno d'inizio dell'assedio di Anversa da parte del padre del duca, Alessandro Farnese (Assedio e racquisto d'Anuersa, fatto dal sereniss. Alessandro Farnese [...]. Historia di Cesare Campana, diuisa in due libri. [...], In Vicenza, appresso Giorgio Greco, Ad instantia di Gio. Battista Ciotti libraro al segno della Minerva in Venetia, Con licenza de' Superiori, 1595). Nel 1602 Giorgio Greco pubblicherà l'intera storia della guerra di Fiandra del Campana, divisa in tre parti (1559-1579; 1578-1593; 1593-1601). A Filippo III, re di Spagna, Filiberto Belcredi Accademico Affidato dedica (cc. 24v-25v) un'orazione funebre in onore di Filippo II (Oratione funebre per lo catolico, e potentissimo Re delle Spagne, e delle Indie Filippo II. Composta, e recitata nell'Illustriss.ma Academia de gli Affidati da monsig. Filiberto Belcredi, Referendario dell'vna, e l'altra Segnatura di sua Santità, detto in essa Academia l'Humile, In Pavia, appresso Andrea Viani, 1599). L'Accademia degli Affidati di Pavia è presente anche con la dedica a Carlo Emanuele, duca di Savoia (cc. 29r-30v), di un altro volume che contiene l'orazione del Belcredi, insieme ad alcuni componimenti poetici (Oratione e poemi de gli Affidati nella morte del catolico Filippo II re di Spagna, In Pauia, per gli heredi di Girolamo Bartoli, 1599). Nella lettera, successiva di pochi giorni a quella del Belcredi, si afferma che il volume vuole anche onorare le nozze dell'Infanta Isabella Carla Eugenia con l'arciduca Alberto d'Austria, già cardinale Cesareo, membro onorario dell'accademia: come per il matrimonio di Margherita d'Austria con Filippo III (Orationi e poemi dell'academia affidata, per la venuta della sereniss. Margherita d'Austria a Pauia et per le nozze di essa con la maestà catolica di Filippo re di Spagna nostro signore, In Pauia, per Andrea Viani, 1599), gli Accademici affermano di aver preparato «alcune cose», che «per difetto di tempo» non sono state date alle stampe. Così, manifestando tuttavia ancora una volta il cordoglio per la morte del grande re di Spagna, essi vogliono rendere omaggio ai nuovi «felicissimi sposi», nella speranza di conquistare, per intercessione di Carlo Emanuele, l'appoggio anche del nuovo re. Di Francesco Sansovino viene riprodotta la dedica al nobiluomo inglese William Parry (cc. 26r-28v) della seconda edizione dei Concetti politici, stampati nel 1583 a Venezia in un volume miscellaneo che contiene anche gli Avvertimenti di Francesco Guicciardini e gli Avvedimenti politici di Francesco Lottini (Propositioni, ouero considerationi in materia di cose di Stato, sotto titolo di auuertimenti, auuedimenti ciuili, et concetti politici, di m. Francesco Guicciardini, m. Gio. Francesco Lottini, m. Francesco Sansouini. Di nuouo posti insieme, ampliati, et corretti; a commodo et beneficio de gli studiosi. Nelle quali si contengono, leggi, regole, precetti, & sentenze molto vtili à coloro che maneggiano, cosi i principati & le republiche, come ogni altra sorte di gouerno, In Vinegia, presso Altobello Salicato, alla libraria della Fortezza, 1583). Del Parry, che Sansovino celebra «quasi come un nuovo Ulisse», perché «bramoso [...] d'intendere i costumi, le maniere et le leggi dell'altre genti et nationi», non sappiamo molto, se non che apparteneva alla fazione cattolica inglese e che venne in Italia proprio nel 1583, per finirvi poi giustiziato nel 1585 come spia. Un secondo volgarizzamento citato nella raccolta è quello degli Elogi di Paolo Giovio ad opera di Ludovico Domenichi. L'edizione (Venezia 1559) è offerta a Iacopo VI d'Appiano Aragona, signore di Piombino. La lettera di dedica è datata di Pescia, 23 Luglio 1554 (cc. 31r-32v). È interessante rilevare che in questo caso la dedica del volume contenente il volgarizzamento è affiancata dalle lettere di Giovio a Cosimo I che introducono i primi quattro libri dell'opera (cc. 33r-34v, 40v-41r, 41v-42v). Nell'edizione veneziana ciascuno di questi testi introduttivi viene esplicitamente indicato come «Prefazione di Mons. Paolo Giovio Vescovo di Nocera [...] Al S.or Cosmo de' Medici duca di Fiorenza». Della Historia pontificale di Milano tratta invece il volume che Giovan Francesco Besozzi dedica al Cardinale Federico Borromeo (Historia pontificale di Milano [...], dal primo suo fondatore San Barnaba, sino al presente illustriss. e reuerendiss. cardinale Borromeo [...] tratta da varie historie antiche, e moderne da Gio. Francesco Besozzo cittadino milanese [...], In Milano, per Pandolfo Malatesta, 1596). Besozzi afferma di offrire a Federico quest'opera, dopo alcuni componimenti poetici, per il suo insediamento nella diocesi milanese (cc. 36r-v). A coronare la serie di queste dediche resta da citare quella dei Dialoghi piacevoli di Stefano Guazzo a Ludovico Gonzaga, duca di Nevers, datata 1 aprile 1585 (Dialoghi piaceuoli del sig. Stefano Guazzo gentil'huomo di Casale di Monferrato. Dalla cui famigliare lettione potranno senza stanchezza, & satieta non solo gli huomini, ma ancora le donne raccogliere diuersi frutti morali, & spirituali. [...] In Venetia, presso Gio. Antonio Bertano. Ad instantia di Pietro Tini, libraro in Milano, 1586), un piccolo saggio sull'arte del novellare (cc. 37v-40r). Concludono il Quarto libro l'indice degli Autori da' quali sono prese le lettere (cc. n.n., ma 43r-v) e l'Indice de' Personaggi, a' quali sono dedicate le lettere (cc. n.n., ma 44r-v).



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Bibliografia

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A. L. P.