1, 2007 | ||
Editoriale
Questa non è una rivista: diciamo subito, parafrasando il titolo di Magritte. O almeno non lo è - né vuole esserlo - in senso tradizionale. Una rivista in più nel già ricchissimo panorama delle nostre discipline avrebbe poco senso (non è una frase retorica) dopo le tante, talora eccellenti, che hanno visto la luce in Italia negli ultimi anni. Quello che si propone è più semplicemente un giornale: con tutte le valenze di leggerezza e di innovazione, ma anche di rigoroso aggiornamento che si possono collegare alla parola. Ne è previsto un numero all'anno, a partire dal 2007. Il comitato scientifico è composto da studiosi di diverse discipline: Alberto Asor Rosa, Andreas Beyer, Mario Lavagetto, Helmut Meter, Marco Paoli, Marco Praloran, Giuseppe Ricuperati, Sebastian Schütze e chi scrive.
«Margini» intende porsi come un luogo di incontro e di scambio intellettuale su un argomento specifico: le dediche e altre parti del libro o dell'opera, che - operativamente e con qualche approssimazione - adottando l'ormai invalsa terminologia di Gérard Genette, possiamo chiamare paratesti. O anche, con formula solo in apparenza analoga, "margini del libro". Elemento di coesione del giornale non sarà un'affinità metodologica o disciplinare, né una comune collocazione cronologica o geografica degli oggetti studiati, bensì una ricerca - anche molto differenziata nei metodi - su oggetti funzionalmente affini benché tipologicamente dissimili e lontani nel tempo e nello spazio.
Nel contesto delle nuove modalità di comunicazione scientifica a cui i progressi tecnologici ci hanno abituato e quasi costretto, «Margini» vuole essere uno strumento flessibile e funzionale alla ricerca. È dunque un giornale gratuito, consultabile on line, e avrà una dimensione variabile, secondo le disponibilità dei contributi: selon arrivage, come si legge sulla carta dei buoni ristoranti per cibi freschissimi e deperibili, o più pregiati.
Il Giornale della dedica prevede tre sezioni: Saggi, Biblioteca, Wunderkammer. Nella prima sono pubblicati articoli scientifici inediti, che riguardano dediche e marginalia provenienti da diverse tradizioni, e relativi a opere di vario genere: letteratura, ma anche trattatistica, opere storiche e geografiche, testi filosofici, documenti artistici e musicali, e così via. Nella seconda sono riproposti on line articoli classici sull'argomento, già editi in formato cartaceo e qui riprodotti in facsimile digitale. La terza sezione accoglie trattatistica antica, riproduzioni di raccolte storiche, voci di dizionario, testi narrativi, iconografia e curiosità legate al tema. Il giornale ospita saggi in italiano e in altre lingue, accompagnati da un abstract.
«Margini» è inserito in una Home Page bilingue italiano-tedesco (www.margini.unibas.ch), dove sono raccolti materiali e strumenti di studio a tutti gli effetti complementari: una Bibliografia, un Glossario, un calendario di Eventi, una Galleria e un Archivio informatico della dedica italiana (AIDI), che offre un corpus in progressiva espansione, interrogabile secondo modalità diverse e parametri liberamente combinabili. Il modello è stato elaborato nell'ambito di un progetto - finanziato dal Fondo Nazionale della Ricerca Svizzero dal 2002 al 2006 - che intendeva proporre una catalogazione e un'indagine teorica e storica del genere "dedica", individuandone forme, convenzioni e strategie di funzionamento. La ricerca - che si è rivolta a un settore prima mai censito in maniera sistematica - potrebbe anche suggerire, credo, nuove modalità di indagine per altri ambiti della storiografia letteraria.
Come ho detto il giornale si occupa di un argomento di solito trascurato negli studi storico-letterari: le dediche e le parti marginali dell'opera. Estremamente diffuse, queste scritture - solo in apparenza di servizio - sono presenti quasi in ogni genere di opere. Soggette a un progressivo logoramento, dediche, premesse e illustrazioni sono raramente conservate nelle successive edizioni. Può essere tuttavia istruttivo far luce proprio su queste parti effimere e poco note. In effetti queste pagine, collocate in una zona particolarmente esposta, nella loro contingenza e fragilità riflettono in maniera quasi non mediata le condizioni storiche, sociali e politiche in cui sono state scritte. E anche, in precario equilibrio tra scritto pubblico e confessione privata, affidano al lettore indicazioni a volte decisive per la comprensione di un testo: in qualche caso sembrano toccare il cuore stesso del sistema, letterario e culturale, a cui appartengono.
Negli ultimi tempi si è assistito in effetti a un crescente interesse per l'argomento. Dopo un'ampia ricerca di Wolgang Leiner sulle dediche francesi tra fine Cinquecento e primo Settecento, Der Widmungsbrief in der französischen Literatur (1580-1715), pubblicata nel 1965,1 e dopo l'ormai classico libro di Gérard Genette, Seuils, del 1987,2 questa tematica è stata al centro di vari studi anche in ambito italiano. In particolare negli anni Novanta è stata indagata in un importante saggio storico di Marco Paoli, L'autore e l'editoria italiana nel Settecento,3 che sarà riproposto nella sezione Biblioteca del secondo numero di «Margini». Tipologia e mutamenti della dedica tra Antico Regime e Rivoluzione sono stati poi studiati da chi scrive in un saggio presentato a un convegno ginevrino nel novembre 2000, I testi di dedica tra secondo Settecento e primo Ottocento: metamorfosi di un genere,4
anch'esso riproposto qui nella sezione Biblioteca.
Lo stesso progetto di ricerca da cui nasce «Margini» ha prodotto, oltre al sito in cui è inserito e all'Archivio di cui si è detto, anche un primo, parzialissimo tentativo di storia della dedica per assaggi esemplari: grazie a un Convegno internazionale tenutosi a Basilea nel novembre del 2002, I margini del libro. Indagine teorica e storica sui testi di dedica. Gli Atti, pubblicati all'inizio del 2004,5 sono stati discussi in un significativo intervento di Giuseppe Ricuperati, La lettera dedicatoria e i suoi problemi nel tempo e nello spazio, uscito nel 2005 sulla «Rivista Storica Italiana».6
Una conferma dell'importanza di questo ambito di ricerca viene, del resto, anche dall'immediato interesse attestato da una serie di incontri e giornate di studi su tematiche affini, che si sono succeduti a partire dalla fine del 2004, dopo il Convegno di Basilea e la pubblicazione dei relativi Atti. Ricordo in particolare quello che si è tenuto nel novembre 2004 a Roma e a Bologna, I dintorni del testo. Approcci alle periferie del libro, accompagnato da una mostra che utilizza largamente alcune delle schede disponibili in AIDI e recepisce già molti risultati della ricerca basilese.7 Altre manifestazioni analoghe (annunciate nella sezione Eventi del nostro sito) si sono svolte negli ultimi anni in varie università italiane e europee e altre certamente seguiranno.
Sette anni fa, quando con qualche azzardo ho cominciato a occuparmi di queste parti 'maginali' dell'opera e a progettare una ricerca su ampia scala, coinvolgendo nell'avventura colleghi e studenti, potevo ancora chiedermi se valesse davvero la pena di investire tempo e energie intellettuali, mie e altrui, in argomenti poco studiati, e comunque mai indagati in maniera sistematica. Ora l'abbondanza di ricerche e pubblicazioni che sono seguite in questi ultimi tempi ci conforta a pensare di esserci messi precocemente su una strada che può portare lontano: degna in ogni caso di essere percorsa - da noi e da altri - per una più articolata e complessa conoscenza del patrimonio letterario nazionale.
Ci auguriamo dunque che gli articoli e i testi pubblicati in questo giornale possano interessare non solo gli addetti ai lavori, ma anche lettori curiosi di un approccio nuovo a opere che conoscono per altra via. Indagando forme e regole della prassi dedicatoria, e analizzando il modificarsi di strategie e funzioni di queste parti liminari, «Margini» ambisce in effetti a fornire un'immagine del ruolo dello scrittore e del suo mutamento attraverso i secoli e le culture, ma anche a sollecitare un'indagine della complessa, e spesso sofisticata interazione che si stabilisce tra le diverse parti di un'opera.
Maria Antonietta Terzoli
Basilea, maggio 2007
Note
1 Heidelberg, Winter, 1965.
2 Paris, Seuil, 1987.
3 In «Rara volumina», ii, 1995, pp. 5-11, e i, 1996, pp. 71-102; il saggio è ora ristampato nel volume L'appannato specchio. L'autore e l'editoria italiana nel Settecento, Pisa, Pacini Fazzi, 2004.
4 In Dénouement des Lumières et invention romantique, Actes du Colloque de Genève, 24-25 novembre 2000, Réunis par G. Bardazzi et A. Grosrichard, Genève, Droz, 2003, pp. 161-92.
5 I margini del libro. Indagine teorica e storica sui testi di dedica, Atti del Convegno Internazionale di Studi, Basilea 21-23 novembre 2002, a cura di M. A. Terzoli, Roma-Padova, Antenore, 2004. Presentato sul «Corriere della Sera» da P. Di Stefano (Segreti d'autore, dimmi a chi dedichi e ti dirò chi sei, 21 novembre 2002, p. 37), il Convegno, è stato recensito tra l'altro da I. Scariati (I margini del libro, in «Italianistica», xxxii, maggio-agosto 2003, 2, pp. 312-17), J. Aerne (Kongressbericht: I margini del libro: indagine teorica e storica sui testi di dedica. Basel, 21. bis 23. November 2002, in «Pro Saeculo XVIII Societas Helvetica. Bulletin», Juni 2003, 22, pp. 16-19), M. Santi (Resoconto sul convegno 'I margini del libro: indagine teorica e storica sui testi di dedica', in «Per leggere», iii, 2003, 5, pp. 135-46). Si vedano ora queste Recensioni in Eventi.
6 cxvii (2005), 2, pp. 552-68.
7 I dintorni del testo. Approccio alla periferia del libro, Atti del Convegno Internazionale, Roma, 15-17 novembre 2004 - Bologna, 18-19 novembre 2004, a cura di M. Santoro e M. G. Tavoni, Roma, Edizioni dell'Ateneo, 2005; e Sulle tracce del paratesto, a cura di B. Antonino e degli stessi, Bologna, Bononia University Press, 2004, in particolare il saggio di M. Santoro, Andar per dediche, ivi, pp. 19-29.